Ogni display inizia giorni prima, quando arriva la comunicazione di conferma dell’organizzazione.
Inizia pianificando il volo di trasferimento, preparando l’aereo, decidendo i giorni di volo e ogni piccolo dettaglio.
Spesso ti trovi nell’hangar settimane prima, a pulire l’aereo e controllare che ogni cosa sia al suo posto, tutto con un’idea fissa in testa :” quel giorno voleremo e tutto deve essere come abbiamo immaginato che sia”.
Aviosuperfice al Casale.
Sarà il nostro ritrovo e sede per l’allenamento del giorno prima della partenza per l’Austria.
Il sabato mattina la sveglia è alle 7, pianifichiamo tutta la tratta di 50 min di trasferimento, inoltriamo il piano di volo, colazione, facciamo benzina, e decolliamo uno alla volta.
Ci ritroveremo pochi km dopo in formazione da 5, pronti per passare le alpi.
Ognuno ha il suo posto, sia in display, sia in volo.
Il leader fa le comunicazioni radio, decide la rotta, gli altri gli danno una mano ascoltando altre frequenze, controllando la rotta.
Ognuno il suo, in silenzio, come se fosse tutto “normale”, in realtà sono anni di volo, di esperienza, di trasferimenti. Volare in una pattuglia non è una cosa che capita tutti i giorni, per arrivarci servono migliaia di ore di volo.
Poi, quando ci sei, sembra tutto cosi normale che a volte fa davvero impressione come tutto scorra cosi naturale e preciso.
Arriviamo a Zel Am See dopo poco più di 45 minuti di volo a quasi 10.000 piedi.
Qualche botta di turbolenza e qualche nuvolone a qualche km da noi, ma tutto sommato un viaggio tranquillo, scandito dalle comunicazioni radio delle torri italiane e poi quelle Austriache.
Ci prendiamo in giro via radio per passare un po’ il tempo, e non facciamo in tempo a meravigliarci di tutta la bellezza delle alpi che è già ora ti toccare terra con le ruote.
Parcheggiamo in 5, perfettamente allineati: “5 in posizione”, è il comando che dice l’ultimo aereo per confermare al leader che tutti sono al parcheggio allineati. “pronti per lo spegnimento, luci spente, giù flap, 2500 giri, 3, 2 ,1, spegnimento”.
Al comando del numero 1 tutte le eliche si spengono nello stesso istante, una pattuglia si vede anche da questi piccoli dettagli.
Scriviamo le ore di volo e tutti i dati sui libretti di volo, sganciamo le cinture e apriamo il tettuccio.
Controlliamo le meteo, non promettono niente di buono, ci sono nuvole bassissime, a tratti temporali, pioggia, poi sole, e poi tutto ricomincia.
Abbiamo 3 display: una il primo pomeriggio, poi ancora nel tardo pomeriggio e poi l’ultima la sera.
La prima la faremo in 5, una specie di ricognizione per vedere il posto, per prendere le misure, per capire che tipo di programma dobbiamo fare e come farlo.
La display è proprio sul lago, in mezzo ad una valle, montagne alte ovunque.
Abbiamo il giusto spazio di manovra, con montagne ai lati, nuvole sopra di noi.
Sembra un box fatto apposta per volarci dentro, ma senza poter mai sforare i bordi.
Decidiamo che le display saranno fatte in 4 e non in 5, per la prima resta a terra Marco, per la seconda Alberto, sono i due fanalini e si possono “scambiare” tra di loro senza sconvolgere nulla del programma standard.
Cosi uno vola l’altro beve cioccolata al bellissimo ristorante dell’aeroporto.
Quando uno di noi resta a terra si mette davanti agli altri per la messa in moto, per controllare che sia tutto ok visivamente, si saluta e si aspetta nello stesso posto per il rientro ed il parcheggio.
Questo piccolo gesto da dentro l’aereo ti da una sorta di serenità, sapere che anche a terra c’è qualcuno che controlla per te che sia tutto ok e che ti aspetta al rientro.
Facciamo la nostra display per ben due volte. In un paesaggio che sembra dipinto.
Le foto che ci fanno da terra sono mozzafiato, da dentro lo era ancora di più.
Abbiamo volato con la pioggia, con le nuvole basse, con il sole quasi calato dietro le montagne, abbiamo volato come solo pochi piloti possono fare, divertendoci come dei bambini.
Torniamo a casa la domenica mattina presto. Con negli occhi altri panorami meravigliosi, la pioggia, le flare che illuminano un intero lago, le scie di fumo che si confondono con le nuvole basse.
Torniamo a casa sorridendo ancora una volta.