Decolliamo la mattina presto, divisi in due coppie: Marco e Alberto partono da Caposile, Corrado e la Silvia da Pordenone, ci troveremo in volo in un punto a Est di Bolzano per poi andare tutti insieme alla prima tappa in Germania, fare rifornimento, mangiare, e ridecollare alla volta della Francia del nord.
Appena decolliamo da Caposile contattiamo treviso, apriamo il nostro piano di volo abbreviato e saliamo subito a più di 5000 piedi.
Lo spettacolo, già a pochi minuti da casa, lascia senza fiato.
Le Alpi sono montagne immense, bellissime, avvolte dalle nuvole sono una vera meraviglia della natura, e vederle scorrere sotto le ali rende tutto il volo a dir poco magico.

5000 piedi subito Spresiano, quasi all’altezza di Feltre, e questo è già il magnifico spettacolo che le nostre montagne ci regalano.

Marco fa le comunicazioni, Alberto , in ala, replica tutto e da un aiuto alla navigazione.
Volare in coppia ha sempre il suo fascino. Il numero 1 fa le comunicazioni radio e la rotta, il due, sulla seconda frequenza, ascolta tutto e aiuta il primo quando gli viene richiesto qualcosa. Ad esempio a volte capita che la torre ti chiami e ti chieda uno stimato ad un punto “India Alfa 596, uno stimato al punto eco ?”…e mentre sei li che guardi sulla mappa, che fai conti…il due sulla seconda frequenza nel giro di pochi secondi :”  ai 10 della prossima ora”…e tu dai la risposta a tempo di record alla torre.
Oppure a volte è capitato di cercare un aeroporto alternativo in caso di mal tempo, e il due può farlo per tutto il tempo mentre tu ti occupi della navigazione davanti a te.
Avere un secondo pilota sempre in ala con te è una cosa che da molta sicurezza.
Dopo poco più di 35 min di volo arriviamo a Bolzano, e precisi al secondo in ala ci troviamo Silvia e Corrado.

Dopo il punto di riporto Castelletto a nord est di Bolzano passa davanti Corrado e fa lui la navigazione, Silvia in ala sinistra, Marco in ala destra e Alberto dietro.
Voliamo “comodi”, vuol dire che stiamo a qualche decina di metri dal numero 1.
Ognuno in ascolto sulla “nostra” frequenza e replicando tutti i comandi e le comunicazione che vengono date dalla torre al numero 1.
Quando gli viene detto di mettere un numero nel trasponder, lo facciamo anche noi. Anche se i nostri trasponder sono tutti in stand by. Quando viene detto di cambiare frequenza, lo facciamo anche noi, anche se come principale abbiamo la nostra, la secondaria in ascolto è la stessa del numero 1.
Cosi in ogni momento uno di noi può “passare avanti” o dare una mano al leader in caso di necessità.
Saliamo a circa 10.000 piedi e lo spettacolo che ci si prospetta davanti è mozzafiato: nuvole, montagne altissime, aria ferma senza turbolenza…come volare nel velluto.

La prima sosta per il rifornimento è a Tannheim in Germania.
Ci arriviamo dopo un ora e 40 di volo, poco meno.
Abbiamo attraversato le alpi, fatto qualche piccola deviazione per qualche nuvolone e tuffati su di una pista in erba lunghissima.
Tannheim è un bellissimo aeroporto pieno di aerei di ogni tipo: paracadutisti, alianti, aerei di aviazione generale, ultraleggeri, autogiro o qualsiasi cosa in generale voli.
…e fanno buonissimi hamburger.
Compiliamo il nuovo piano di volo per il nord della Francia, riforniamo “a tappo” i serbatoi della benzina, e ripartiamo.
Abbiamo ancora circa due ore e 40 di volo da adesso in poi.
Niente montagne o temporali però.

Nei primi minuti di volo, sorvoliamo foreste, tante foreste, immense foreste, e poi castelli, e pianure, e prati verdissimi e pochissimi paesi.
Vediamo davvero pochi villaggi, nessun aereo alla nostra quota, sopra di noi un gran traffico di aerei di linea che leggiamo sugli strumenti digitali del nostro aereo.
Noi voliamo a 4000 piedi, gli altri oltre i 20.000.

Arriviamo in Francia dopo due ore e 40 minuti di volo, un volo tranquillo e nulla da raccontare se non paesaggi sconfinati e sempre meno villaggi o case.

All’arrivo in aeroporto troviamo un gran traffico di aerei, facciamo anche fatica a infilarci nel nostro posto assegnato dal gran via vai di ogni tipo di aeromobile.

Scarichiamo tutto il materiale da ogni aereo e ci meravigliamo di quante cose riusciamo a caricare, le abbiamo addirittura messe sull’ala per quanto era incredibile la cosa.

Appena scaricato tutto, sistemato gli aerei, bevuto l’immancabile litro d’acqua visto il caldo pazzesco, ci infiliamo subito nel briefing piloti per le procedure dell’air show.

Il responsabile è un tipo con due improponibili baffi e stivali da cowboy un po’ datati, il tutto condito da una tuta da volo rosso fuoco.
Ci istruiscono su velocità da mantenere, distanze, procedure di sicurezza e di emergenza, cosa fare e cosa non fare….e alla fine l’immancabile “divertitevi e volate in sicurezza”.

Cosi torniamo agli aeroplani passando in mezzo a tutti gli stand, caccia e mille aerei parcheggiati, il nostro primo slot è la sera, proprio al tramonto, il momento migliore per volare.

Voliamo quasi alle nove di sera, c’è il tramonto, l’aria completamente ferma.
Si decolla in 4, la pista di 2200 metri e larga 40, ci permette di fare un decollo direttamente in formazione.

Al cenno del leader diamo manetta, la pista inizia a scorrere veloce, stacchiamo le ruote, carrello, flap, vediamo il 4 passare da sinistra e mettersi al suo posto da fanalino nella formazione a rombo, quando ancora l’asfalto della pista deve finire e siamo a poche decine di metri da terra ancora.

Viriamo a destra e iniziamo a salire per raggiungere la quota che ci permette di iniziare le prime manovre in sicurezza…

“serbatoio sul più pieno, elica a posto, andiamo”

Con questi comandi inizia la nostra display, 10 minuti circa nei quali non esiste altro che i riferimenti sull’aereo davanti a noi.
Per ogni virata o ricongiungimento, esistono solo dei riferimenti sull’aereo che hai davanti, ti sposti al massimo dentro il metro, non puoi andare avanti, non puoi andare indietro o a destra o sinistra, hai intorno a te altri aerei.
Devi stare semplicemente li. Per tutti quei lunghissimi 10 minuti.

Non si vede se sei dritto, inclinato, rovescio o con il muso verso la terra o verso il cielo, sei sempre li, attaccato all’aereo davanti a te.

Solo alla fine butti l’occhio fuori, e lo spettacolo è meraviglioso, un tramonto mozzafiato, la pista illuminata, le persone a terra, gli altri aerei intorno a te… Tutto cosi perfetto da lasciarti senza fiato.

Eseguiamo tutte le manovre del programma come fosse una sequenza di danza con tempi precisi scanditi al secondo.

In alcune manovre siamo in formazione a pochi metri uno dall’altro, in altre ci separiamo e dobbiamo trovarci in un punto preciso dello spazio in un momento preciso per fare degli incroci o ricongiungerci con gli altri…ed è tutta una questione di tempo e fiducia.
Perchè oltre a saper volare bene, volare in pattuglia è soprattutto fiducia negli altri membri del team.

Dai per scontato che nessuno sbagli o venga nella tua posizione a toccarti le ali.
Gli altri fanno lo stesso con te.

Atterriamo uno alla volta: “carrello fuori, luce verde, visivo, vado ora”. “due visivo, vado”. “tre visivo, vado”. “quattro visivo. vado”

Atterriamo a distanza di 2 secondi uno dall’altro, più di qualche decina di metri di distanza. Quando il primo tocca, tu sei ancora in volo.

Arriva anche il 4 a toccare per ultimo…ci raggruppiamo nuovamente nella via di rullaggio e torniamo al nostro posto.

Fuori è quasi buio, la gente applaude.

è una sensazione inebriante volare cosi.

Alla sera abbiamo l’immancabile hangar party, dove tutti i piloti si ritrovano in un hangar a parlare di aerei con musica e cose da mangiare…che, ne caso dei francesi, sono state cozze…tante cozze…tantissime cozze.

Oltre a qualcuno vestito con tipici vestiti locali (?)

Anche il giorno dopo abbiamo una display, alle 17 di pomeriggio circa, dopo benzina e verso le 19 partiamo alla volta del Belgio, faremo tappa li prima di rientrare in Italia.
Il giorno dopo si prevede qualche piccolo temporale sparso in giro per le alpi, e noi abbiamo quasi 5 ore di volo fino Venezia, e poi altre 2 fino a Roma.
Sarà una giornata impegnativa quindi.

La domenica quindi la passiamo facendo vera vita da piloti di airshow, dormendo all’ombra di qualche ala di aeroplano, guardando caccia fare manovre che la legge di gravità escluderebbe a priori, aerei di un lontano passato che volano fianco a fianco con i caccia più moderni…qualche russatina, e qualche patatina fritta di troppo.

Arriva il tempo della nostra display, del rifornimento di benzina, e anche della partenza.

Decolliamo proprio dietro un elicottero militare, siamo in fila tra lui, e un pilatus che scalpita di partire…il tutto poco dopo la partenza dei caccia della pattuglia francese.

Arriviamo in Belgio dopo poco meno di un’ora di volo. Dormiremo li questa notte…
E domani mattina presto, a coppie torneremo in Italia.

La mattina decidiamo di partire verso le 10, il meteo dice che ci sarà qualche temporale intorno a Bolzano, cosi, dopo la prima tappa, il nostro volo si svolge facendo zig zag tra i cumuli, le nuvole grigie, qualche scroscio d’acqua e le cime delle alpi.

Il panorama come al solito è da lasciare senza fiato, le foto lo descrivono sicuramente meglio di ogni possibile racconto.

Arriviamo tutti a casa nel tardo pomeriggio. Chiudiamo gli aerei nei loro hangar, e scarichiamo tutte le nostre cose.

Tornando a casa, ci portiamo decine e decine di bellissime immagini, esperienze, risate.

Volare è un privilegio.

Volare cosi lo è ancora di più.